post

’Tafuri’, uve pontremolesi per un vino da record

Le bottiglie delle Cantine Belmesseri sono entrate nel rapporto di James Suckling, riferimento internazionale per l’enologia pregiata

Un vino pontremolese è entrato nel rapporto annuale di James Suckling, riferimento internazionale per la degustazione e la valutazione dei vini prodotti adun livello di qualità e prezzo imbattibili. Si tratta del “Tafuri“, creato con un’ accurata selezione di uve cabernet sauvignon, merlot, syrah e pollera dalle Cantine Belmesseri di Pontremoli. Hanno colpito gi aromi di amarene, more, pepe, erbe essicate, scorza d’arancia e cedro. Il team Suckling è composto da uno staff di affermati critici enologici che ricercano i vini migliori del mondo, analizzando i territori da cui provengono, le qualità artigiane e le tecniche di produzione. La notizia ha raggiunto Giuseppe Balestra, titolare dell’azienda, nei giorni scorsi. La produzione esaminata era del 2019: ha ottenuto un punteggio di 92100, una valutazione molto alta che ha soddisfatto l’imprenditore. “E’ un ottimo riconoscimento visto che il report è al top della critica internazionale. Un giudizio che ci inorgoglisce come azienda, un riconoscimento all’identità del territorio. E questo successo coinvolge tutti perché mette al centro dell’interesse e della curiosità i vini della Lunigiana”. Alcune persone dicono che il miglior vino del mondo è quello che ti piace di più e che costa meno. “Ci sono ottimi vini che soddisfano un elevato standard di qualità a prezzi abbordabili come i nostri – prosegue Balestra – Le uve del “Tafuri“ sono raccolte a piena maturità, mentre macerazione e fermentazione avvengono in grandi botti, infine il prodotto finisce in barrique. La scelta di mescolare syrah, merlot e cabernet è nata dalla volontà di rappresentare al meglio la complessità aromatica propria di questo territorio che conferisce al vino una particolare identificazione, diversa da altre produzioni”. E’ uno dei punti di forza della Lunigiana. Perché anche vitigni non autoctoni possono diventare esclusivi grazie al “terroir“, insieme di fattori che vanno dall’ambiente alle tecniche di coltivazione sino alla tecnica di cantina. “La Lunigiana può diventare una terra del vino, al di là dell’utilizzo delle uve tradizionali – aggiunge – è ovvio che il cabernet souvignon piantato qui dà un vino diverso da tutte le altre parti d’Italia. Ma i produttori che credono nei vitigni locali sono importanti per costituire una varietà produttiva che non può che fare bene al territorio”. Nel 1997 Giuseppe Balestra ha acquistato un vecchio mulino con frantoio, l´annessa casa in pietra e la cantina, che oggi formano l´azienda agricola Cantine Belmesseri, situata a La Serra, a pochi chilometri da Pontremoli. Recente è l’ingresso in azienda dei figli Carlo Alberto ed Edoardo, che con passione e dinamismo collaborano allo sviluppo delle Cantine Belmesseri e della promozione dei prodotti con l’enologo Alessio Macchia.

L’azienda ha un’estensione di circa 7 ettari, due dei quali vitati e disposti a terrazze lungo le sponde del fiume Verde, composto da vitigni autoctoni come durella, albarola, pollera e merlarola, oltre ad alcune nobili varietà d’oltralpe. L’azienda produce due rossi, il “Tafuri“ e il “Belmesseri“, (quest’ultimo con vitigni locali). Poi c’è un bianco, “Caras delicias“, “Lagrà“, bianco da vitigni storici e “Terre dei Chiosi“, tutto vermentino.

N.B.

L’articolo della Nazione del 25 Agosto 2022